In questo articolo

  • Cosa sono gli ETF?
  • Qual è la differenza tra un ETF e un fondo attivo?
  • Cos'é un indice?
  • Chi crea indici ed ETF?
  • Tutti gli indici investono nello stesso modo?
  • Gli indici azionari fattoriali
  • Gli indici azionari tematici e settoriali
  • Gli ETF Obbligazionari
  • Gli ETF ed ETC su Materie Prime
  • Gli ETF multiasset
  • Come si acquista un ETF?
  • Quanto costa acquistare un ETF?
  • Come si sceglie un ETF?
  • Quali sono i migliori ETF?

ETF: La guida completa per chi parte da zero (Aggiornata al 2024)

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Financedrip
29 Febbraio 2024
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Guida agli ETF

Cosa sono e come funzionano?

Cosa sono gli ETF?

Gli ETF (exchange-traded fund) sono dei fondi di investimento a gestione passiva, che hanno la finalità di replicare un indice di riferimento e che sono quotati in borsa con le stesse modalità di azioni ed obbligazioni. Gli ETF funzionano come una sorta di “pacchetto” di titoli, che è possibile acquistare e vendere in modo semplice e diretto in borsa come per delle normali azioni o obbligazioni. Ciò significa che, a differenza di altri fondi d’investimento che richiedono la gestione attiva di un gestore di portafoglio, gli ETF sono estremamente trasparenti e hanno costi di gestione molto bassi. Si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare l'andamento dell'indice sottostante, senza alcuna discrezionalità del gestore del fondo. 

In generale, gli ETF sono considerati strumenti di investimento flessibili e convenienti, adatti sia agli investitori alle prime armi che a quelli più esperti. Tuttavia, come qualsiasi altro strumento finanziario, gli ETF comportano anche dei rischi e dovrebbero essere valutati attentamente prima di essere acquistati.

Qual è la differenza tra un ETF e un fondo attivo?

Un fondo attivo è un fondo gestito da un professionista finanziario o da un team di gestione che seleziona le azioni o gli altri strumenti di investimento in cui il fondo dovrà investire. I fondi attivi sono generalmente più costosi degli ETF a causa dei maggiori costi di gestione associati alla selezione attiva delle azioni.

Un'altra differenza importante è che gli ETF tendono a seguire l'andamento di un indice di mercato o di un paniere di titoli, mentre i fondi attivi cercano di battere l'indice di riferimento attraverso la selezione attiva delle azioni. E' cosa nota che la stragrande maggioranza dei fondi attivi non sono in grado di battere il proprio indice di riferimento su un orizzonte di tempo lungo.

In generale, gli ETF sono considerati strumenti di investimento convenienti e flessibili, adatti sia agli investitori alle prime armi che a quelli più esperti. D'altra parte i fondi attivi possono risultare estremamente costosi, facendo pagare all'investitore ingenti commissioni di varia natura. In questo articolo abbiamo trattato approfonditamente l'investimento in fondi attivi tramite la banca.

Cos'é un indice?

Un indice è sostanzialmente una lista di titoli, gli indici sono nati allo scopo di rappresentare l'andamento di un determinato gruppo di azioni. Ad oggi esistono migliaia di indici che tracciano gruppi di azioni, obbligazioni, materie prime e altro con diverse caratteristiche.

Il più famoso indice al mondo è lo Standard and Poor's 500 (S&P500), che rappresenta l'andamento delle 500 aziende più grandi degli Stati Uniti.

Altri indici molto famosi sono:

  • FTSE MIB: Rappresenta l'andamento delle 40 aziende più grandi quotate sulla borsa di Milano. Il Dax ed il CAC sono i corrispettivi indici Tedesco e Francese.
  • MSCI World: Rappresenta l'andamento delle 1600 circa aziende più grandi dei mercati sviluppati
  • Russell 2000: Rappresenta l'andamento delle 2000 aziende più piccole tra le prime 3000 aziende quotate negli Stati Uniti
  • Nikkei 225: Rappresenta l'andamento delle 225 aziende Giapponesi più grandi

Questi indici appena elencati hanno tutti la caratteristica di soppesare le aziende per la loro capitalizzazione, ovvero all'interno del fondo le aziende più grandi avranno un peso maggiore e quelle più piccole un peso minore, in modo proporzionale. Per esempio Apple è l'azienda più grande degli USA quindi occupa una buona porzione dell'indice S&P500, circa il 6%.

Un ETF che ha come obiettivo l'investimento ad esempio nell' S&P500 andrà ad acquistare e vendere azioni automaticamente per copiare l'indice. Questo è un modo molto efficace per diversificare l'investimento con un solo prodotto, inoltre è estremamente efficiente lato performance, pochissimi fondi hanno dimostrato di poter tenere testa all'S&P500 in fatto di performances sul lungo termine.

Gli indici che investono in più continenti contemporaneamente vengono definiti "Globali", questi in alcuni casi possono contenere, oltre che i mercati sviluppati, anche i mercati emergenti
  • I mercati sviluppati garantiscono elevati livelli di liquidità, hanno una migliore regolamentazione e minori rischi politici ed economici, in quanto si tratta per lo più di democrazie e paesi economicamente forti. 
  • I mercati emergenti presentano una volatilità più elevata, nonché rischi politici ed economici maggiori, regolamentazioni meno trasparenti e fenomeni di speculazione accentuati. Le proprie valute possono essere soggette a notevoli oscillazioni ed i titoli possono rivelarsi illiquidi. Questi mercati rappresentano un incognita, in quanto offrono un aspettativa di crescita più elevata dei mercati sviluppati, ma non è scontato che la crescita reale si traduca in beneficio per gli investitori in azioni.

Le aziende che operano nei mercati emergenti sono maggiormente eterogenee da un punto di vista settoriale e presentano un prezzo più basso di una pari azienda che opera in un paese sviluppato, per questi motivi, insieme ad un aspettativa di rendimento elevata, molti investitori investono una piccola quota dei propri investimenti azionari in indici sui paesi emergenti, oppure in indici Globali che li comprendono.

Chi crea indici ed ETF?

Alcune aziende sono specializzate nella creazione e nella gestione di indici. Le più famose sono MSCI e Standard & Poor's. Aziende e banche di investimento pagano per poter utilizzare questi indici ed utilizzano la grandissima liquidità a disposizione per comprare tutti i titoli necessari ed emettere gli ETF corrispondenti.

I maggiori emittenti di ETF sono:

  • Blackrock (emette ETF con nome iShares),
  • Vanguard
  • DWS (emette ETF con nome XTrackers),
  • Amundi (che inoltre possiede gli ETF "Lyxor"),  
  • State Street Global Advisors (emette ETF con nome SPDR),
  • Wisdomtree ed altri. I primi 4 sono di gran lunga i più diffusi sul mercato europeo.

Siccome gli ETF replicano indici, ci sono diversi casi in cui ETF di emittenti diversi presentano la stessa identica performance. Ad esempio il Vanguard SP500 e l'iShares SP500. In questi casi l'investitore sceglierà basandosi esclusivamente sulle caratteristiche tecniche del fondo, non avendo l'investimento differenza alcuna tra l'uno e l'altro ETF.

In alcuni casi gli emittenti hanno convenzioni con alcuni broker e/o banche, permettendo all'investitore di acquistare alcuni ETF gratuitamente. Directa e Fineco ad esempio.

Nell'articolo sui migliori ETF analizziamo approfonditamente le caratteristiche tecniche degli ETF.

Tutti gli indici investono nello stesso modo?

Gli indici che soppesano le aziende per capitalizzazione sono molto pratici per rappresentare un mercato nel suo complesso (ad es. FTSE MIB per il mercato Italiano), e sono particolarmente indicati come investimento di riferimento in fatto di ETF.

Tuttavia al giorno d'oggi, a seguito del grande successo dell'index investing (investire tramite indici con ETF), sono disponibili centinaia di ETF che investono in indici con altrettante caratteristiche, molti dei quali utilizzano logiche diverse dalla semplice dimensione per selezionare e soppesare le aziende all'interno del fondo.

Gli indici azionari fattoriali

Questi indici tracciano l'andamento di un gruppo di aziende accomunate da determinate caratteristiche, detti fattori. Questi sono adatti a diversi obiettivi ed investitori e possono essere estremamente diversi da un indice "classico" in fatto di composizione e andamento.

Value

Un indice value comprende aziende con un basso rapporto prezzo/utili, ovvero aziende con un prezzo delle azioni oggettivamente economico in relazione alla propria situazione finanziaria. Le aziende value sono tendenzialmente più volatili delle aziende più costose, inoltre su lunghi periodi hanno generato un rendimento più elevato del mercato complessivo. 

In periodi nei quali i tassi di interesse sono bassi e le aziende riescono facilmente a finanziarsi, tendono a crescere meno dei titoli growth, ovvero quelli con un prezzo maggiormente correlato alle aspettative future che alla situazione attuale dell'azienda.

Chi investe una parte dei propri fondi in indici Value, lo fa per migliorare le performances in situazioni di bassa liquidità sui mercati ed ottenere un rendimento maggiore in un arco di tempo molto lungo, in quanto aziende economiche potrebbero incrementare gli utili in modo significativo, con un conseguente aumento del prezzo delle azioni, cosa molto difficile per aziende molto grandi o "mature".

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Value investing, in cosa consiste e come si investe nelle aziende di valore

Qual'è il miglior ETF sul value factor? Come funziona il fattore valore?

Low Volatility

Un indice a bassa volatilità comprende aziende che presentano un'oscillazione del prezzo minore della media. Queste aziende solitamente hanno un modello di business stabile e prevedibile, che rende le oscillazioni di prezzo inferiori e riduce sensibilmente eventi di speculazione. Queste aziende tipicamente operano in settori quali: telecomunicazioni, energia, farmaceutica, cibi e bevande, utilities e finanziari. Alcuni esempi di aziende contenute in un indice globale a bassa volatilità sono Pepsi, Nestle, Johnson & Johnson, Verizon, Merck.

Queste aziende non hanno un'aspettativa di grande crescita, ma hanno una posizione finanziaria solida e generano elevati utili, pertanto pagano dividendi sopra la media e sono un'ottima scelta per investitori difensivi. Storicamente hanno sovraperformato il mercato grazie alla capacità di soffrire meno le crisi.

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Small Cap

Gli indici bassa capitalizzazione comprendono aziende di piccola dimensione. Queste sono notoriamente volatili e in alcuni casi meno liquide. La sensibilità di queste aziende alle dinamiche di mercato è maggiore, pertanto hanno storicamente offerto rendimenti più elevati sul lungo termine. Molte aziende piccole sono di settori quali: industria, finanza, beni voluttuari ed informatica.

Soffrono molto i cali di mercato, pertanto sono indicate ad investitori aggressivi e con un lungo orizzonte temporale.

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Qual'è il miglior ETF small cap? Che ritorni hanno le small cap?

Momentum

Alcuni studiosi hanno evidenziato che i mercati presentano dell'inerzia, ovvero le azioni che di recente sono salite hanno la tendenza a continuare a crescere, o il contrario. Un indice momentum va a selezionare ed acquistare quei titoli che hanno di recente goduto di un aumento del prezzo, indipendentemente dal settore o altre caratteristiche.

Gli ETF momentum pertanto hanno una volatilità maggiore ed una grande varianza dei componenti. La sovraperformances degli indici momentum sugli indici globali è particolarmente evidente sul lungo termine, anche in questo caso sono adatti ad investitori aggressivi e con un lungo orizzonte temporale.

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High Dividend

Gli indici alto dividendo vengono composti aggregando aziende che pagano dividendi superiori alla media. Le aziende che pagano alti dividendi non hanno grande necessità di reinvestire i profitti, di conseguenza stiamo parlando di attività che operano in settori maturi e stabili, con una bassa volatilità. Particolarmente presenti sono i settori: finanziario e beni di consumo.

E' un investimento molto adatto ad un approccio difensivo o per chi ricerca una rendita dai propri investimenti e presenta caratteristiche simili ai Low Volatility, cui spesso è affiancato.

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Quality

Gli indici qualità vanno ad escludere da indici "classici" tutte quelle aziende con caratteristiche di indebitamento elevato, crescita degli utili bassa, ritorno sugli investimenti basso o rapporto prezzo utili molto alto. Questo genere di indici è il più simile ad un indice tradizionale basato sulla capitalizzazione, il filtro qualitativo ha dimostrato di migliorare la performances nei cali di mercato, oltre ad evitare bolle speculative e value trap (ovvero aziende che non generano utili o molto indebitate).

Il fattore quality è indicato per tutti quegli investitori che preferiscono avere in portafoglio solo aziende con una posizione finanziaria solida. A costo di "perdersi" eventuali crescite vertiginose del prezzo di aziende con un grande potenziale ma una situazione più incerta. Anche questo fattore ha sovraperformato gli indici globali classici su orizzonti di tempo lunghi.

Esempi ETF: 

Quality globale: Xtrackers MSCI World Quality Factor

Quality europa: iShares Edge MSCI Europe Quality Factor


In conclusione, gli indici fattoriali presentano caratteristiche molto diverse dai classici indici basati sulla capitalizzazione e vanno incontro ad esigenze di investimento differenti. Con l'eccezione dell' High dividend hanno tutti storicamente offerto rendimenti superiori alla media, tuttavia questo comportamento non è scontato che si ripeta in futuro.

Noi di financedrip apprezziamo questi ETF quando utilizzati con moderazione ed modo appropriato ai fini della definizione della strategia. Riteniamo che possano essere buone aggiunte ad un portafoglio ben diversificato con ETF classici, basati sulla capitalizzazione.

Hanno dimostrato buone performances ed una discreta popolarità anche alcuni ETF multifattoriali, ovvero che utilizzano molteplici criteri di selezione dei titoli. Un esempio sono i quality dividend di Wisdomtree, che abbinano ai fattori qualitativi la ricerca di titoli con una distribuzione di dividendi costante e sostenibile.

WisdomTree global quality dividend

WisdomTree Eurozone quality dividend

Gli indici azionari tematici e settoriali

Alcuni indici includono un preciso settore / area geografica o in una particolare tematica di investimento.

Ad esempio, alcuni indici settoriali

MSCI World Financials: aziende finanziarie di tutto il mondo sviluppato

MSCI World Technology: aziende tecnologiche di tutto il mondo sviluppato

MSCI Europe Health Care: aziende sanitarie europee

Noi di financedrip apprezziamo gli ETF settoriali solo all'interno di una strategia più ampia ed ai fini della definizione della strategia. Li reputiamo adatti ad investitori esperti e con elevati capitali, da utilizzarsi in piccole quantità per via della concentrazione del rischio fisiologica dell'investimento in un singolo settore.

Gli indici tematici selezionano aziende in base ad un preciso tema, ad esempio "energia pulita", "blockchain", "intelligenza artificiale", "biotecnologie", "robotica", "batterie" e altro ancora. Gli ETF tematici vengono lanciati solitamente quando cé hype su un determinato tema, pertanto presentano caratteristiche di prezzo/unitili elevate e tendono a sottoperformare il mercato quando la massa di investitori prende atto della differenza tra aspettative e realtà.

Un altra criticità degli ETF tematici è la scarsa diversificazione, a volte "aggirata" dall'emittente tramite l'iinserimento di aziende che hanno a che fare col tema in modo marginale o ipotetico. Questo si traduce in una maggiore concentrazione del rischio e maggiore difficoltà a riprendersi da un brusco calo di mercato.

Gli indici tematici possono avere delle ottime performances in condizioni di mercato particolarmente favorevoli al tema in questione. Tuttavia, noi di financedrip non li apprezziamo particolarmente e non li consigliamo se non con un peso davvero minimo del portafoglio.

Gli ETF Obbligazionari

Gli ETF obbligazionari sono strumenti finanziari che replicano l’andamento di indici finanziari composti da obbligazioni. Chi li acquista investe su un paniere diversificato di obbligazioni ma a differenza dell’obbligazionista classico che può “portare a scadenza” i suoi titoli, l’investitore in ETF dovrà liquidare il prodotto per rientrare in possesso del capitale investito. Questo perché il fondo non ha una scadenza, quando un’obbligazione al proprio interno scade o viene venduta, il fondo utilizzerà la liquidità per comprarne di nuove. 

L’altra importante differenza è che la maggior parte degli indici obbligazionari prevede delle precise caratteristiche in merito ai titoli, ad esempio un indice potrebbe comprendere titoli di stato americani con scadenza tra 1 e 3 anni, oppure europei tra 1 e 10 anni ecc.. Questo fa sì che la maggior parte degli ETF obbligazionari NON porta le obbligazioni a scadenza, bensì le vende una volta che la loro scadenza scende sotto una certa soglia. 

Ad esempio se l’indice acquista obbligazioni che scadono entro 3-5 anni, quando una di esse scende sotto i 3 anni di scadenza, viene venduta. Ne verrà comprata una nuova con scadenza tra i 3 ed i 5 anni. Ciò ovviamente può avere sia conseguenze negative che positive. 

I prezzi delle obbligazioni si muovono in modo inverso al rendimento, siccome un obbligazione a scadenza rimborsa comunque 100, pagarla meno in acquisto equivale ad un rendimento maggiore a scadenza. Quando le banche centrali alzano i tassi di interesse, le nuove emissioni avranno un rendimento più elevato, di conseguenza le vecchie che rendono meno scenderanno di prezzo al fine di allinearsi. Lo stesso accade al contrario quando le banche centrali tagliano i tassi, le vecchie emissioni che rendono di più aumenteranno di valore.

Se i tassi vengono tagliati e le obbligazioni salgono di prezzo, l’ETF crescerà di valore, le obbligazioni che verranno vendute dal fondo per seguire l’indice saranno vendute in profitto. Siccome le obbligazioni del fondo sono cresciute di prezzo è sceso anche il rendimento medio del fondo. Al contrario se i tassi vengono alzati, le obbligazioni scenderanno di prezzo, l’ETF perderà valore e le obbligazioni che verranno vendute dal fondo per seguire l’indice saranno vendute in perdita. Siccome le obbligazioni del fondo sono scese di prezzo è aumentato anche il rendimento medio del fondo

La performances di un investitore che acquista ETF obbligazionari sarà diversa da quella di un investitore che porta a scadenza singole obbligazioni

Anche le obbligazioni comprate singolarmente scendono di valore quando i tassi salgono e viceversa, ma l’investitore può decidere comunque di portarle a scadenza e ricevere il rimborso nominale per intero. L’investitore in fondi obbligazionari invece non ha alcuna garanzia che il suo rendimento finale sarà pari alla media delle obbligazioni del fondo, poiché il movimento dei tassi ha un impatto importante sul prezzo.

Siccome quando il prezzo scende le obbligazioni del fondo aumentano di rendimento, è un ottima strategia acquistare questi strumenti tramite PAC, così da incrementare maggiormente le quote durante i rialzi dei tassi. Una strategia d’investimento a PIC o “lump sum” espone l’investitore ad una maggiore incertezza sui rendimenti, siccome non può sapere dal principio in quale fase del ciclo economico si troverà nel futuro.

Le obbligazioni con scadenza più lunga oscillano di prezzo molto di più, non solo per via dei tassi ma anche per la maggiore incertezza sull’affidabilità del debitore a lungo termine. Ad un rendimento atteso maggiore corrisponde quindi anche un rischio maggiore.

Se quindi lo svantaggio maggiore deriva dal mancato rimborso a scadenza, ovvero maggiore incertezza sul rendimento, gli etf obbligazionari hanno anche dei vantaggi:

  • Ampia possibilità di diversificazione, siccome un singolo lotto viene spesso venduto in multipli di 1000 €, diversificare su numerose obbligazioni non è semplice con bassi capitali. Diversificare vuol dire ridurre il rischio di default di un singolo emittente.
  • Semplicità di gestione, gli ETF sono più liquidi dei titoli obbligazionari e sono molto semplici da gestire, potendo fare un unico acquisto. Comprare obbligazioni significa doverle sostituire quando scadono.
  • Acquistare obbligazioni High Yield (alto rendimento) è molto rischioso per via del rischio emittente, le cedole pagate di conseguenza sono importanti. Utilizzare ETF High yield è fondamentale per diversificare il rischio su certe categorie di titoli.
  • Acquistare obbligazioni in valuta diversa dall'euro è molto rischioso perché se a scadenza il cambio si è mosso negativamente, potrebbe risultare un investimento in perdita. Utilizzare ETF per l'acquisto di obbligazioni in valuta differente consente all'investitore di non liquidare il titolo se il cambio si muove a sfavore, potendo più facilmente effettuare nuovi ingressi.

Esempi di ETF obbligazionari:

Obbligazione aggregate (sia governativo che corporate): accumulo con copertura valutaria, distribuzione con copertura valutaria, distribuzione

Ad ogni modo esistono davvero tantissimi ETF obbligazionari per andare incontro a qualunque esigenza di investimento, anche ETF che investono specificatamente su obbligazioni di durata particolare, es: 1-3 anni.

Leggi la nostra guida completa alle obbligazioni per imparare tutto quello che cè da sapere su questo asset!

Gli ETF ed ETC su Materie Prime

Gli ETF, ETC, ETP ed ETN sono tutti strumenti di investimento che possono sembrare simili a prima vista, ma in realtà hanno rischi, sottostanti e metodi di funzionamento diversi. Con il termine Exchange Traded Product (ETP) si indica una macrocategoria al cui interno trovano collocazione una gamma di strumenti finanziari negoziati che replicano la performance di una serie di asset: ETF, ETN ed ETC.

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo comune che replica un indice. Un ETN (Exchange Traded Notes) invece non è un fondo, ed è questa la prima grande differenza tra ETF ed ETN. Gli ETN sono titoli senza scadenza emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto nel sottostante o in contratti derivati sul medesimo. Il prezzo di un ETN è quindi legato direttamente o indirettamente all'andamento del sottostante.

Gli ETC (Exchange Traded Commodities) sono strumenti finanziari ibridi che permettono di investire nelle materie prime fisiche o più spesso in contratti derivati sulle materie prime come metalli industriali e preziosi.

L'oro è una parziale eccezione, molti ETF ed ETC su oro hanno come sottostante proprio oro fisico, depositato presso un caveau.

Esempi di ETF su commodities che utilizzano contratti per replicare l'andamento di molteplici materie prime:

Invesco Bloomberg Commodity

UBS CMCI Composite

Esempi di ETC su oro che hanno come sottostante oro fisico depositato:

XTrackers Physical Gold

Invesco Physical Gold

Gli ETF multiasset

Ci sono ETF fatti apposta per chi cerca estrema semplicità, i multiasset anziché investire in un insieme di azioni o obbligazioni, investono in un insieme di altri ETF!

Si hai capito bene, un ETF che replica l'andamento di un sottogruppo di ETF.

Per comprendere quindi in cosa investono questi multiasset è necessario verificare in cosa investono gli ETF che vengono acquistati.

Questi ETF di ETF sono adatti a rappresentare la parte principale o addirittura tutto il portafoglio dell'investitore, in quanto sono internamente ben diversificati.

Esempi di ETF Multiasset:

  • Vanguard Lifestrategy 80% (investe 80% in azioni globali e 20% in obbligazioni aggregate), qui le versioni 60/40, 40/60 e 20/80. Questi sono i multiasset più famosi, non hanno alcuna declinazione strategica ma cercano di replicare esclusivamente l'andamento del mercato. Nel farlo, ottengono una forte esposizione al dollaro ed agli stati uniti. Le obbligazioni sono su scadenze miste, per lo più lunghe, e con copertura valutaria.
  • Xtrackers Portfolio Investe in un insieme di ETF azionari globalmente diversificati ed obbligazioni europee ed emergenti. Persegue una strategia fattoriale utilizzando indici small cap e value, focalizzato quindi ad una crescita di lungo termine.

Come si acquista un ETF?

Gli ETF possono essere acquistati attraverso un intermediario finanziario, come una banca o una società di intermediazione. Inoltre, è possibile acquistare ETF attraverso una piattaforma di trading online, come ad esempio una piattaforma di negoziazione azionaria. In questo articolo trattiamo delle app di investimento che utilizziamo.

Quanto costa acquistare un ETF?

Di solito, ci sono due tipi di costi da considerare quando si acquista un ETF: le commissioni di negoziazione e i costi operativi.

Le commissioni di negoziazione sono le tariffe che si pagano al broker per l'acquisto o la vendita di un ETF. Queste commissioni possono variare notevolmente a seconda del broker e del tipo di ETF. Ad esempio, alcuni broker offrono ETF senza commissioni, mentre altri possono addebitare commissioni per ogni trade. Le banche sono notoriamente più care, ma offrono la comodità di unire servizi bancari e conto titoli.

I costi operativi includono le spese sostenute dal gestore dell'ETF per mantenere il fondo, come le spese di amministrazione e di gestione. Questi costi vengono dedotti dal rendimento del fondo e sono espresse con l'abbreviativo TER. È importante confrontare i rapporti di spesa di diversi ETF per trovare quello con il miglior rapporto qualità-prezzo.

Come si sceglie un ETF?

Scegliere un ETF (Exchange Traded Fund) può essere un processo complesso, poiché esistono molti fattori da considerare. Ecco alcune cose da tenere in mente quando si sceglie un ETF:

  1. Obiettivo di investimento: prima di tutto, è importante capire qual è l'obiettivo dell'investimento. Ci sono ETF che investono in azioni, obbligazioni, materie prime, criptovalute e altro ancora. Assicurarsi di scegliere un ETF che sia coerente con l'obiettivo di investimento desiderato. Suggerimento: prima di cercare effettivamente l'etf, crea uno schema con indicativamente quello che ti serve, es: "vorrei un ETF azionario globale per un 30%, uno azionario Europeo,  per il 20%,Titoli di stato europei  per il 30% e corporate in dollari per il 20%", sarà molto più facile!
  2. Struttura del fondo: gli ETC sono indicati soprattutto per l'oro fisico, per gli altri strumenti è opportuno utilizzare ETF, che per struttura legale ti rendono proprietario del sottostante. Inoltre è bene verificare la metodologia con cui l'emittente acquista i titoli: replica fisica significa che acquista i titoli fisicamente per comporre il fondo, replica sintetica significa che acquista dei derivati. La replica fisica è considerata migliore, poiché i derivati presentano più rischi di controparte.
  3. Costi: i costi associati all'acquisto e alla vendita di un ETF incidono maggiormente se si acquistano tanti ETF diversi, ai nostri utenti suggeriamo di utilizzare massimo 4 ETF per importi fino ai 20.000€, 8 per importi fino ai 100.000€ e 12 per importi superiori. Gli ETF inoltre hanno un TER, ovvero un costo annuo di gestione a favore dell'emittente che si occupa di acquistare i componenti e mantenerne il bilanciamento. Questo costo annuo è prelevato direttamente dal fondo ed è molto più basso di quello applicato dai fondi attivi. Indicativamente va tra lo 0,05% e lo 0,30% del controvalore. Un TER minore è una cosa positiva, tuttavia visti i costi molto bassi, riteniamo sia più importante scegliere il corretto sottostante.
  4. Liquidità: la liquidità di un ETF si riferisce alla facilità con cui si può acquistare o vendere il fondo. Gli ETF con una maggiore liquidità tendono a avere spread più stretti (la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita), il che significa che ci sarà meno differenza tra il prezzo a cui si acquista e il prezzo a cui si vende. Puoi verificare quanto un ETF è scambiato sul sito di Borsa Italiana.

Quali sono i migliori ETF?

In questo articolo elenchiamo quelli che secondo noi sono i migliori ETF ed approfondiamo la tematica della scelta!