In questo articolo

  • Come funziona investire in in banca?
  • Investire in banca costa?
  • Costi diretti ed indiretti:
  • Commissioni di sottoscrizione, ingresso e uscita
  • Commissioni di gestione e di collocamento
  • Commissioni di performances
  • Conviene investire in banca?
  • Quali sono le alternative?

Investire in banca: quali sono i costi nascosti che devi conoscere

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Financedrip
23 Dicembre 2023
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Investire in banca

Quanto costa davvero?

Come funziona investire in in banca?

Recandosi presso un istituto di credito l'aspirante investitore potrà avere una consulenza gratuita con Il promotore finanziario. Esso consiglia il cliente, suggerisce gli strumenti finanziari più adatti e assiste il risparmiatore nella scelta degli investimenti (titoli azionari, obbligazioni, fondi comuni di investimento, prodotti per la gestione del risparmio, polizze vita), ma è vincolato a proporre solo i prodotti e i servizi della propria societàPer questa sua attività viene poi remunerato dalla banca o dalla società, con una retribuzione variabile in base ai contratti conclusi.

Il promotore finanziario fa quindi parte della rete commerciale di una società: quest'ultimo punto permette di individuare una sostanziale differenza tra le figure del promotore finanziario e del consulente finanziario indipendente, che invece opera in maniera autonoma.

La parte principale del lavoro del promotore finanziario consiste nel contattare e incontrare i clienti, attuali o potenziali, per vendere i servizi e gli strumenti finanziari. Il promotore finanziario si reca personalmente dai clienti, aziende o privati, oppure li incontra presso la sede della banca o società. Attraverso un colloquio, comprende e analizza le necessità finanziarie dei clienti: ne valuta la situazione economica, le esigenze di risparmio e investimento, le aspettative e la propensione al rischio.

È importante stabilire un rapporto diretto e di fiducia con i clienti, per convincerli della convenienza dei prodotti offerti: il promotore finanziario deve informare sulla natura dell'investimento e sui potenziali rischi, illustrare i vantaggi del prodotto offerto e rispondere a tutte le domande in maniera chiara ed esaustiva, affinché il cliente possa effettuare scelte consapevoli.

Dopo aver convinto i clienti ad investire i propri risparmi negli strumenti finanziari proposti, il promotore finanziario raccoglie il denaro per conto dei clienti e lo colloca nei prodotti di investimento scelti, secondo gli accordi stabiliti dal contratto. Si occupa anche di tutta la burocrazia connessa: ad esempio, deve assicurarsi che la documentazione necessaria per effettuare l'investimento venga sottoscritta da entrambe le parti, l'intermediario e il cliente.

Investire in banca costa?

Investire in banca ha dei costi. In tutti i prodotti di investimento che vengono offerti ai risparmiatori sono presenti dei costi, che solo in parte vengono esplicitati e comunicati agli investitori, costi che remunerano la Banca: il consulente bancario è un dipendente che lavora principalmente nell'interesse della Banca da cui è retribuito e di conseguenza è soggetto alle pressioni commerciali della Direzione, che indirizza il suo personale sui prodotti finanziari che devono essere venduti alla clientela (ovvero quelli più redditizi per la Banca).

Nella maggior parte dei casi gli investimenti vengono rivolti a fondi comuni di investimento. Questi sono fondi a gestione attiva. Ovvero con un gestore che decide attivamente cosa mettere o no nel fondo e deve retribuire i dipendenti e la rete di vendita.

I costi e le commissioni relativi ai fondi comuni di investimento possono incidere in modo rilevante sul rendimento dei tuoi investimenti. Prima di investire in un fondo, oltre a considerare gli obiettivi di investimento del fondo e i rendimenti storici del suo gestore, occorre non trascurare gli oneri. I costi di un fondo variano molto da prodotto a prodotto: ad esempio quelli che replicano un indice azionario hanno costi minori rispetto a fondi che fanno leva su competenze d'investimento esclusive.

Molti di essi possono essere valutati in modo assoluto già prima dell’investimento, mentre altri possono essere stimati solo in modo percentuale o sono incerti. Considerando quanto i costi e le commissioni possono incidere sulla performance ed erodere buona parte del rendimento eventualmente generato dallo strumento finanziario, è fondamentale vagliare tutti i costi a carico dell’investitore.

Costi diretti ed indiretti:

  • i costi diretti sostenuti dall’investitore. Includono le commissioni di ingresso pagate al momento della sottoscrizione e le commissioni di uscita pagate al momento del riscatto. Sono costi che non gravano direttamente sul patrimonio del fondo ma che sono detratti dall’ammontare investito o disinvestito.
  • i costi indiretti sostenuti dai sottoscrittori. Vengono periodicamente decurtati dal valore delle quote del fondo comune. Questi oneri fanno parte del cosiddetto TER (Total Expense Ratio) e includono le commissioni di gestione e di performance, la remunerazione della banca depositaria e altri oneri residuali.

Commissioni di sottoscrizione, ingresso e uscita

Le commissioni di sottoscrizione sono le commissioni addebitate al momento della sottoscrizione di un determinato prodotto. La commissione di sottoscrizione (o di ingresso) è indicata come percentuale dei soldi versati. Solitamente è inversamente proporzionale all’entità del proprio investimento (più si investe, meno si paga) ed è più elevata per i cosiddetti fondi azionari che per quelli bilanciati.

Le commissioni di uscita (o di rimborso) sono sostenute dall’investitore nel momento in cui decide di riscuotere il proprio capitale. Spesso variano in funzione del tempo di permanenza nel fondo: maggiore è il tempo trascorso, minore sarà la commissione applicata sull’importo rimborsato.

Commissioni di gestione e di collocamento

Le spese correnti sono costituite dalla somma delle commissioni di gestione e delle commissioni di collocamento (non previste in tutti i fondi). La Commissione di Gestione è un costo applicato a titolo di compenso per l'attività di gestione del fondo e rappresenta quella percentuale del patrimonio totale del fondo che la società di gestione trattiene. 

Questa tipologia di commissione dovrebbe essere proporzionale a quanto lavoro è richiesto nella gestione del fondo. Ad esempio, un fondo a gestione attiva avrà costi più elevati rispetto a un fondo passivo che replica passivamente un paniere o un indice. Un fondo azionario costerà – sotto il profilo della gestione – più di un fondo monetario. La commissione di gestione è calcolata su base annua, ma in genere corrisposta a cadenza semestrale, trimestrale o mensile.

La commissione viene incassata dalla società di gestione, e viene in quota parte riconosciuta ai soggetti collocatori, come ad esempio la banca o il consulente finanziario. Tali commissioni sono inglobate nel prezzo del fondo e vengono applicate giornalmente, pertanto non figurano negli estratti conto.

Le commissioni di collocamento sono applicate ai fondi comuni di investimento con una finestra di collocamento in cui è possibile investire (come i "fondi a cedola") e con una durata predefinita. Si tratta di una commissione a carico del fondo stesso (quindi non evidente ed esplicita come quelle di sottoscrizione e rimborso). 

La commissione di collocamento è prelevata subito in un’unica soluzione e ammortizzata linearmente fino alla scadenza del fondo. Nel caso in cui l’investitore decida di richiedere un rimborso prima della scadenza, allora si vedrà addebitata tutta la parte di commissione che non è ancora stata ammortizzata.

Commissioni di performances

Le commissioni di performance, chiamate anche performance fee, sono commissioni opzionali percepite dalla SGR per aver raggiunto determinati traguardi di rendimento in un certo periodo di tempo. Generalmente viene calcolata in termini percentuali sulla differenza tra il rendimento del fondo e quello del benchmark. In alternativa può essere calcolata sull'incremento di valore della quota del fondo in un determinato intervallo temporale. 

Questa tipologia di costo rappresenta una forma di onere variabile, e quindi, per sua natura, è difficilmente valutabile in anticipo.

L'idea che ne sta alla base è di incentivare la corretta e buona gestione del fondo, allineando l’interesse di rendimento del cliente a quello di redditività del gestore. Nella realtà, queste commissioni di performances incentivano il gestore a rischiare maggiormente coi fondi del cliente, in quanto ad un rendimento maggiore corrisponderanno migliori provvigioni, mentre i fondi messi a rischio sono quelli di qualcun'altro.

La commissione di performances garantisce all'investitore un rendimento più basso di un analogo investimento in strumenti passivi, in quanto questi ultimi ne sono sempre esenti. Ad esempio se un fondo attivo con commissione di performances del 20% guadagna 100€, l'investitore otterrà 80 €, un fondo passivo con lo stesso investimento farà guadagnare all'investitore 100€. 

Conviene investire in banca?

Riassumendo:

Il promotore finanziario fa gli interessi dell'istituto, collocando prodotti inefficienti per via dei costi elevati, che vanno a ridurre considerevolmente il ritorno dell'investitore su lunghi periodi di tempo. Tutti i costi che deve subire l'investitore riducono il capitale soggetto all'interesse composto, incrementando la forbice tra rendimento ed effettivo guadagno. 

Le commissioni di gestione unitamente a vari costi addebitati dalla rete, possono tranquillamente arrivare al 3% annuo o più del capitale investito. Inoltre è cosa nota che i gestori di fondi nella maggior parte dei casi NON battono il mercato ne' il proprio indice di riferimento.

Investire in banca in banca è quindi molto ed inutilmente costoso.

Quali sono le alternative?

  • Investire con un consulente indipendente può ridurre il costo dell'investimento fino all'1% annuo circa del controvalore del capitale, aumentando considerevolmente la qualità degli strumenti in quanto il consulente indipendente non ha alcun incentivo a collocare fondi comuni, rivolgendosi quindi a fondi passivi indicizzati (ETF), azioni ed obbligazioni.
  • I robo-advisor sono software progettati per fornire servizi di consulenza finanziaria e gestione degli investimenti in modo automatico e a basso costo. Funzionano tramite algoritmi che distribuiscono, gestiscono e ottimizzano il patrimonio del cliente senza o con poco intervento umano. In genere, per investire con un robo-advisor, è necessario completare un test di idoneità che valuta i vostri obiettivi di investimento, la vostra situazione finanziaria e le vostre conoscenze finanziarie; in base al risultato del test, il robo-advisor vi assegna un portafoglio d'investimento adatto al vostro profilo di rischio; infine, tutto ciò che dovete fare è aprire il conto e trasferire il capitale da investire. Il robo può anche prelevare automaticamente una cifra da voi decisa dal vostro conto corrente per investirla negli strumenti del portafoglio. Spesso i robo prediligono l'investimento in ETF, in quanto minimizzano le possibilità di errore e riducono la volatilità.
  • Investire in autonomia può abbattere ulteriormente i costi, la maggior parte degli ETF ha commissioni annue di gestione irrisorie tra lo 0,05% ed lo 0,30%, la commissione da pagare per acquistarli è una tantum e si aggira mediamente tra 1€ e 10€, dipendentemente dall'intermediario scelto dall'investitore. In questo articolo parliamo delle app per investire e facciamo una comparativa tra diversi servizi.