In questo articolo

  • L'analisi fondamentale
  • Il Discounted cash flow model
  • Il price to earnings e price to book
  • Pro e contro del value investing
  • Value factor
  • La serie RAFI
  • Come consigliamo di approcciare l'investimento value

Cos'è il value investing? Come investire in aziende value

F
Financedrip
21 Giugno 2023
Condividi l'articolo:

Value investing

Come investire in aziende Value

L'analisi fondamentale

L'analisi fondamentale delle azioni è un metodo di valutazione del prezzo delle azioni di una società quotata basato sulla lettura dei dati di bilancio (ricavi, utili, etc.) integrati con i dati di borsa dell’azione stessa (variazione del prezzo del titolo, variazione dei volumi scambiati, etc.).

Queste valutazioni hanno il fine di ricavare un "valore intrinseco", ovvero il prezzo che l'azione dovrebbe avere, osservando le sue caratteristiche finanziarie. Questo nella maggior parte dei casi diverge dal valore di mercato.

Un value investor ritiene che un giorno il mercato correggerà questa differenza e pertanto va ad acquistare azioni che sono ritenute "sotto costo", ovvero che presentano un valore intrinseco più alto del prezzo attuale.

Ci sono diversi modelli matematici ed indicatori applicabili per calcolare il valore intrinseco di un azione, il più famoso è il discounted cash flow, la cui formula è la seguente:

Il Discounted cash flow model

Formula:

Valore dell’azienda = VA + Pfn + assets

VA = Valore dei flussi di cassa attualizzati

CF = flusso di cassa

r = tasso di sconto che riflette il profilo di rischio

n = durata dell’attività

Pfn = posizione finanziaria netta

Assets = valore degli assets non inerenti alla gestione caratteristica

Il tasso di sconto solitamente equivale al rendimento dell'investire i propri risparmi in sicuri titoli di stato. se per esempio i BTP pagassero il 4%, che senso avrebbe acquistare un azione con un rendimento stimato del 4%?

Nel calcolare il valore che dovrebbe avere l'azione quindi viene preso in considerazione e detratto il rendimento "base" del denaro, in quanto l'azione per essere interessante deve offrire un ritorno atteso sistematicamente più elevato.

Questa formula serve a ricavare un "valore stimato" dell'azione. Se questo è però molto vicino al valore attuale del titolo, l'investitore deve scegliere se investirci comunque con un ritorno atteso basso oppure no.

Per fare ciò si utilizza un "tasso di sconto", ovvero un ritorno minimo atteso che l'investitore pretende per investire nel titolo. es. "solo se l'azione è sotto-prezzata per almeno il 10%". Questo è totalmente discrezionale.

Difetti di questo metodo:

  • I flussi di cassa futuri sono una stima, è impossibile prevederli con esattezza. Il futuro è imprevedibile e l'investitore potrebbe essere eccessivamente ottimista o pessimista. L'investitore tipicamente investe con un orizzonte temporale lungo, sul quale è ancor più difficile fare previsioni.
  • Il tasso di sconto è discrezionale, la stessa azienda potrebbe essere "buy" per un investitore e non per un altro.
  • Questo modello non prende in considerazione il business model se non da un punto di vista contabile ed il possibile sviluppo di questo all'interno dell'economia nel futuro. Gli investitori cercano di valutarlo e questa è l'ennesima stima discrezionale, che quindi subisce l'influsso del subconscio. E' provato che le persone subiscono il confirmation bias, ovvero tendono a valutare positivamente opinioni diffuse o simili alle proprie, piuttosto che il contrario.

Il price to earnings e price to book

Il P/E ratio (Price-to-Earnings ratio) è un indicatore finanziario che misura il rapporto tra il prezzo di mercato di un'azione e l'utile per azione (EPS) dell'azienda.

Il P/B ratio (Price-to-Book ratio) invece misura il rapporto tra il prezzo di mercato di un'azione e il valore contabile dell'azienda, considerando per esempio le proprietà.

Il P/E ratio indica quanti dollari gli investitori sono disposti a pagare per ogni dollaro di utile guadagnato dall'azienda. 

Il P/B ratio indica quanti dollari gli investitori sono disposti a pagare per ogni dollaro di valore contabile dell'azienda

Un P/E o P/B ratio elevato può indicare che il mercato si aspetta che l'azienda abbia una crescita futura elevata o che l'azienda sia sopravvalutata.

Al contrario, un P/E o P/B ratio basso può indicare che il mercato si aspetta che l'azienda abbia una crescita futura bassa o che l'azienda sia sottovalutata.

Acquistare aziende con un P/E o P/B alto è quindi più rischioso, perché l'azienda dovrebbe aumentare i suoi utili o il suo valore molte volte per rendere giustificabile il prezzo delle proprie azioni.

Durante tutte le bolle speculative si è assistito alla crescita vertiginosa di entrambi questi indicatori delle aziende che sono successivamente crollate, quanto gli investitori si sono resi conto della differenza tra aspettativa e realtà.

Nella teoria dell'"investitore intelligente" tutti gli investitori vorrebbero acquistare un pezzo di un azienda che ha utili elevati o che risulta meno costosa in base a valori fondamentali.

Pro e contro del value investing

I pro del value investing:

  • Aiuta l'investitore ad investire con un metodo che ha delle basi scientifiche razionali.
  • Aiuta l'investitore ad evitare l'acquisto di aziende con caratteristiche prezzo/utili esagerate, ottenendo quindi più "utili per azione" dai propri investimenti.

i contro del value investing:

  • Il discounted cash flow e gli altri modelli di calcolo prevedono che l'investitore faccia delle stime. Questo comporta necessariamente errori ed approssimazioni.
  • Alcune aziende sono "value trap" ovvero hanno un prezzo relativamente basso se rapportate alle caratteristiche finanziarie, tuttavia la loro capacità di crescita è limitata o addirittura sono aziende in declino.

Value factor

Gli investitori che desiderano un esposizione alle aziende "value" possono utilizzare degli indici. Questi sono un ottimo strumento per diversificare un investimento basato sui fondamentali.

Gli indici value consentono di ottenere esposizione su centinaia di aziende, un investitore da solo non sarebbe mai in grado di valutare i fondamentali di così tanti titoli. A una maggiore diversificazione corrispondono minori rischi.

Ad esempio l'indice World Value di MSCI traccia l'andamento di un migliaio di aziende con caratteristiche value dei 23 paesi sviluppati. MSCI per comporre l'indice va a selezionare dal più grande "MSCI World" solo le aziende che presentano un più elevato P/E, P/B, e maggiore dividend yield (% di dividendi distribuiti su prezzo).

Questo lavoro di screening è effettuato da computers in modo automatico, pertanto è esente da errori psicologici.

Gli indici value hanno una spiccata ponderazione di aziende farmaceutiche, di servizi e software, industriali e finanziari.

E' stato osservato come le aziende Value abbiano ottenuto rendimenti più elevati della media dagli anni 90 ad oggi, questo però a fronte di una volatilità del prezzo molto alta.

Esempi di ETF Value:

World value: Xtrackers MSCI World Value Factor

Europe value: iShares Edge MSCI Europe Value Factor

La serie RAFI

Gli ETF della serie "FTSE RAFI" selezionano e ponderano i componenti dell'indice stesso utilizzando quattro fattori fondamentali piuttosto che la capitalizzazione di mercato.

I fattori sono i dividendi, i flussi di cassa, le vendite ed il valore contabile, l'andamento pare essere simile agli indici Value di MSCI.

RAFI World

RAFI Emerging markets

RAFI Europe

RAFI USA

Come consigliamo di approcciare l'investimento value

In finanza i "pasti gratis" non esistono, i maggiori ritorni storici delle azioni value sono dovuti al maggior rischio che l'investitore si assume andando ad acquistare certi titoli.

Le azioni value sono più sensibili della media al contesto economico, pertanto presentano una volatilità eccezionalmente elevata e possono non essere adatte ad investitori poco avvezzi al rischio.

In ultimo, la sovraperformances di un derminato fattore di investimento non è una garanzia.

Se vuoi saperne di più su quali sono gli altri fattori in cui puoi investire con ETF abbiamo un articolo dedicato.

Consigliamo l'esposizione value agli investitori con un profilo dinamico, che desiderano assumersi un rischio maggiore dell'investimento in "azionario globale" per ricercare un maggior rendimento

La selezione di singoli titoli può richiedere molto tempo e capacità analitiche, il rischio psicologico è dietro l'angolo. Inoltre è difficile diversificare adeguatamente senza elevato capitale. Consigliamo pertanto, soprattutto ai principianti, l'utilizzo di ETF.