In questo articolo

  • Cosa sono gli ETF a leva
  • Quali sono i rischi
  • I pericoli di sottovalutare il rischio

ETF a leva: amplificatori di performance o prodotto inefficiente?

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Financedrip
14 Marzo 2024
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ETF a leva

Valgono la pena?

Cosa sono gli ETF a leva

Gli ETF (Exchange Traded Funds) a leva sono fondi negoziati in borsa progettati per offrire esposizione a un indice o a un altro asset finanziario con un livello di leva finanziaria incorporato. In termini più semplici, gli ETF a leva mirano a fornire rendimenti che sono un multiplo del rendimento dell'indice sottostante o dell'asset, utilizzando l'effetto leva.

L'effetto leva consente agli investitori di amplificare i loro guadagni o le loro perdite rispetto al movimento del mercato sottostante. Ad esempio, un ETF a leva 2x mira a ottenere un rendimento che è il doppio del rendimento dell'indice di riferimento. Se l'indice aumenta del 1%, l'ETF a leva 2x dovrebbe teoricamente aumentare del 2%. Allo stesso modo, se l'indice scende del 1%, l'ETF a leva 2x dovrebbe teoricamente scendere del 2%.

Gli ETF a leva sono strumenti complessi e possono comportare rischi significativi. Oltre alla possibilità di amplificare i guadagni, l'effetto leva amplifica anche le perdite. Di conseguenza, gli investitori devono comprendere appieno i rischi associati a questi strumenti finanziari prima di investire.

Gli ETF a leva possono essere utilizzati per scopi diversi, tra cui la speculazione su movimenti di breve termine del mercato, la copertura di posizioni esistenti o la gestione di portafogli in modo più aggressivo. Tuttavia, è importante tenere presente che gli ETF a leva sono più adatti ai trader che agli investitori.

Quali sono i rischi

Sebbene offrano agli investitori l'opportunità di amplificare i rendimenti di un indice sottostante o di un altro asset utilizzando l'effetto leva, ci sono diversi rischi associati a questi strumenti finanziari:

  • Rischio di perdita amplificata: Gli ETF a leva amplificano sia i guadagni che le perdite rispetto all'andamento dell'indice sottostante. Nel caso di crash del mercato azionario un ETF a leva potrebbe quasi azzerarsi, questo rende la possibilità di recupero estremamente remota. Se per esempio hai un ETF a leva 3 che quota 100 e l'ETF perde il 30% (possibile), il fondo scenderà a 10. Da lì nemmeno un incredibile +100% sarà in grado di riportarlo a 100.
  • Rischio di volatilità: Gli ETF a leva sono spesso più volatili rispetto agli ETF tradizionali a causa dell'effetto leva. Anche piccole fluttuazioni nel prezzo dell'indice sottostante possono causare movimenti significativi nel valore dell'ETF a leva. Ad esempio, se un investitore detiene un ETF a leva 3x su un mercato altamente volatile e l'indice sottostante subisce un'oscillazione del 5% in un giorno, l'ETF potrebbe vedere un cambiamento del 15% nel suo valore.
  • Rischio di deterioramento nel tempo: Gli ETF a leva sono progettati per mantenere una leva costante nel corso del tempo, ma a causa della volatilità e dei movimenti di mercato imprevisti, l'effetto leva potrebbe deviare dagli obiettivi desiderati nel tempo. Ad esempio, se un ETF a leva 2x che quota 100 perde l'1% scende a 98, se guadagna l'1% sale a 99,96. In pratica occorre che i movimenti rialzisti siano superiori già solo per compensare le perdite delle giornate negative.
  • Rischio di liquidità: Gli ETF a leva possono avere una liquidità inferiore rispetto agli ETF tradizionali, soprattutto quelli che mirano a fornire leva su mercati più specifici o meno liquidi. Ciò può comportare difficoltà nell'eseguire ordini di acquisto o vendita al prezzo desiderato, specialmente in periodi di elevata volatilità o stress di mercato.
  • Rischio default: Gli ETF a leva sono a replica sintetica, pertanto hanno anche il rischio di default dell'emittente dell'ETF.

Il deterioramento nel tempo non è causato solo dalla leva, ma anche dall'elevato TER tipico di questi strumenti. Questo è il motivo per cui sono più adatti ai trader nel breve periodo.

Per aumentare il rischio del portafoglio, un investitore potrebbe adottare altre strategie, ad esempio quelle indicate in questo articolo: Scopri le quattro migliori strategie per aumentare il rischio del portafoglio.

I pericoli di sottovalutare il rischio

Investire è un'attività che comporta una serie di decisioni importanti, e tra queste, una delle più cruciali è la valutazione della propria propensione al rischio. Tuttavia, spesso gli investitori tendono a sottovalutare questo aspetto, mettendo a rischio il successo dei loro investimenti e la sicurezza finanziaria a lungo termine. 

La propensione al rischio è la disposizione di un individuo ad assumere rischi finanziari al fine di ottenere un potenziale rendimento più elevato. È un concetto soggettivo e varia da persona a persona, influenzato da fattori come l'età, il reddito, l'esperienza finanziaria e gli obiettivi di investimento. Spesso gli investitori giovani non hanno davvero idea di quale sia la loro propensione al rischio, non avendo mai sperimentato dei veri crash di mercato.

Un conto è la teoria. In teoria siamo tutti degli highlander che se vedono -80% sono felici perché comprano a prezzi bassi. Nella pratica potrebbe crearti ansia e farti vivere male, togliendoti il sonno per anni.

NB: il Covid è un "crash" che è durato un mese. Molto diverso dalla crisi del 2008, con perdite che si accumulano continuamente ed inesorabilmente per mesi, con tanto di bombardamento di notizie negative.

Quando gli investitori sottovalutano la propria propensione al rischio, potrebbero trovarsi a investire in asset troppo volatili o con esposizioni eccessive al mercato. Questo può portare a perdite significative che possono superare la loro capacità di tolleranza al rischio, causando stress finanziario e emotivo.

Sottovalutare la propensione al rischio può portare a decisioni di investimento emozionali e impulsive. Gli investitori potrebbero essere inclini a vendere asset durante periodi di volatilità o panico di mercato, causando perdite reali anziché aspettare e beneficiare di eventuali riprese del mercato nel lungo termine.