In questo articolo

  • Il couch potato portfolio
  • Esempi di strategie couch potato
  • Eventuali variazioni
  • Critiche al couch potato

Couch Potato: ha davvero senso il portafoglio super semplice 50/50 a due asset?

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Financedrip
19 Gennaio 2024
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Couch potato

Sogno o realtà?

Word reference traduce "couch potato" con "pantofolaio, poltrone, pigrone, pelandrone". Questo è già indicativo del nickname assegnato al più semplice dei portafogli possibili, il 50/50 azioni/obbligazioni.

Il celebre Harry Markowitz, autore della modern portfolio theory, nonostante la sua profonda conoscenza dei mercati apprezzava molto questa pigra filosofia di investimento.

Da un punto di vista emotivo è molto "agnostico" optare per un 50/50, senza scegliere di esporsi maggiormente ad uno dei due asset principi dell'asset allocation.

Il couch potato portfolio

Il "Couch Potato Portfolio" è un tipo di portafoglio di investimento noto per la sua semplicità e passività. Si tratta di una strategia di investimento a lungo termine che mira a ottenere rendimenti decenti con una gestione del portafoglio minimale. Il nome "Couch Potato" suggerisce che l'investitore può sedersi comodamente sul divano, senza dover fare continuamente aggiustamenti al portafoglio.

Le caratteristiche principali di un Couch Potato Portfolio includono:

  1. Diversificazione: Il portafoglio è generalmente composto da due (massimo 3) etf, che coprono diverse classi di attività come azioni e obbligazioni.
  2. Passività: Una volta che il portafoglio è stato inizialmente creato e bilanciato, gli investitori tendono a mantenerlo senza apportare regolari aggiustamenti o cambiamenti.
  3. Low-Cost: Si preferiscono fondi comuni di investimento a basso costo, come gli ETF (Exchange Traded Fund), per mantenere le spese di gestione il più basse possibile. Inoltre, la gestione di un così basso numero di fondi, consente di limitare moltissimo le operazioni di compravendita (e quindi le commissioni)
  4. Reinvestimento dei dividendi: I dividendi generati dagli investimenti vengono comunemente reinvestiti per sfruttare il potenziale della capitalizzazione composta.
  5. Ribilanciamento periodico: Nonostante la strategia passiva, è consigliabile eseguire un rebilanciamento periodico per mantenere la distribuzione desiderata degli investimenti in azioni e obbligazioni. Con un allocazione così semplice ne basta anche uno all'anno, senza disturbarsi con calcoli matematici.
  6. Automazione: E' possibile presso un gran numero di broker online, automatizzare una strategia simile. Ad esempio impostando un acquisto mensile di pari importo su un ETF azionario ed uno obbligazionario. In questo modo è davvero possibile guardare il portafoglio una sola volta all'anno, in occasione del ribilanciamento.

Questo tipo di approccio è adatto per gli investitori che desiderano una gestione passiva ed ultrasemplificata del portafoglio e sono disposti a accettare una crescita più graduale dei loro investimenti nel tempo. 

Esempi di strategie couch potato

La strategia più semplice è affiancare ad un ETF su azioni di tutto il mondo, un ETF su titoli di stato europei. Questo consente di:

  • Ottenere una buona diversificazione azionaria, motore del rendimento
  • Dimezzare il rischio valuta, tramite l'utilizzo di obbligazioni in euro
  • Massimizzare la decorrelazione, grazie all'accostamento di governativi/azioni, da sempre due asset tendenzialmente decorrelati

un portafoglio del genere potrebbe essere composto così: (NB: gli ETF usati sono di esempio, capito il concetto si possono prendere una miriade di ETF simili o che investono nelle stesse cose).

In questo caso ottenendo una distribuzione di circa il 2% annuo. Può essere utile per pagarci le tasse (es. imposta di bollo) oppure nei ribilanciamenti, aggiungendo liquidità per l'asset che ne necessita.

Oppure ancora

In questo caso ad accumulazione. Gli ETF reinvestiranno automaticamente in se stessi per posticipare la tassazione e massimizzare l'interesse composto. 

Prendendo come esempio il primo e mettendolo sulla dashboard di financedrip, facendo un backtest a lungo termine, notiamo quanto segue:

Il TER di gestione è estremamente basso, a quello 0,11% annuo potremmo aggiungerci 10€ ipotetici per un operazione di acquisto e vendita annuale. (Qui è ipotizzato un singolo ribilanciamento annuo)

Possiamo osservare il grande bilanciamento tra azioni/obbligazioni e valutario, con circa mezzo portafoglio EUR e l'altrà metà dollari e altre valute (in piccola parte).

Il backtest (qui sotto) parte dal 2010, periodo molto favorevole per le azioni e meno per le obbligazioni, motivo per cui vediamo l'indice azionario molto in gain.

Il rischio valuta è circa del 50%, con circa il 2,5% del portafoglio investito in Apple come maggiore partecipazione, questo riduce il rischio specifico. Il 32% del portafoglio è investito negli USA, pertanto possiamo considerarlo diversificato anche per geografia.

Rispetto ad un portafoglio 100% azionario, questo è cresciuto meno, ma con meno della metà della volatilità, motivo per cui è adatto ad una più ampia platea di investitori.

Eventuali variazioni

Alcune possibili varianti possono includere:

  • ETF azionari che includono i mercati emergenti: ad esempio un All Word. I mercati emergenti possono diversificare ma aggiungono rischio e volatilità al portafoglio.
  • ETF obbligazionari misti: ad esempio global aggregate, che includono anche obbligazioni corporate. Questi hanno una volatilità ed un rendimento atteso maggiori degli eurobond e sono più diversificati. Tuttavia, sceglierli senza copertura valutaria aumenta notevolmente il rischio cambio del portafoglio e l'esposizione al dollaro. Sceglierli con copertura valutaria aumenta i costi dell'investimento.
  • ETF azionari ex-usa: da affiancare al world. Questi possono aiutare a diversificare ulteriormente la componente azionaria, riducendo la forte esposizione USA del world e migliorando la diversificazione settoriale e geografica. Il contro è utilizzare un terzo ETF anziché solo 2, non un gran contro a nostro avviso.
  • ETF obbligazionari con durate selezionate: es. breve termine, per ridurre il rischio tassi.

Critiche al couch potato

Il couch potato non è esente da difetti, i maggiori sono:

  • Psicologia dell'investitore: Sul lungo termine, essendo indici molto ampi, senza dubbio offriranno un buon rendimento. Ma nel breve termine ci sono periodi in cui le azioni globali vanno male e periodi in cui vengono alzati i tassi di interesse. Di conseguenza l'investitore potrebbe vedere metà del suo portafoglio fare "male" per qualche tempo. La metà a molti può sembrare tanto ed emotivamente destabilizzante. Questi investitori potrebbero vivere meglio con un portafoglio più ampio, comprendente una maggiore varietà di asset. In questo modo anche in caso di mercato negativo, sarebbe rasserenato dall'osservare che, comunque, qualche asset sta facendo bene.
  • Ottimizzazione: il couch potato ha un buon profilo rischio/rendimento. E' tuttavia migliorabile utilizzando una più ampia diversificazione dei rischi.
  • Personalizzazione: investitori difensivi potrebbero necessitare di un portafoglio con una minore componente azionaria. Al contrario, investitori aggressivi non detengono abitualmente così tante obbligazioni. Inoltre il couch potato è poco personalizzabile senza andare a rendere la strategia più complessa.

Questi punti ci fanno capire che per quanto possa sembrare "la soluzione definitiva", è un portafoglio adatto a pochi investitori.