In questo articolo

  • Cos'è la volatilità negli investimenti
  • Misure di volatilità
  • Come funziona il beta:
  • La volatilità e gli investitori
  • La volatilità e il rendimento

La volatilità negli investimenti è davvero pericolosa? Quello che devi sapere

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Financedrip
11 Febbraio 2024
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Volatilità

Rischio o opportunità?

Cos'è la volatilità negli investimenti

La volatilità negli investimenti è una misura statistica della variabilità dei rendimenti di un asset finanziario nel tempo. Indica quanto i prezzi di un titolo o di un mercato possono variare rispetto al loro valore medio nel corso di un periodo specifico. La volatilità è spesso espressa come una percentuale e può essere calcolata utilizzando metodi statistici come la deviazione standard.

In parole povere, se hai due asset di cui uno ha oscillazioni di prezzo (sia al rialzo che al ribasso) maggiori, questo è definibile più volatile del primo. 

La volatilità riflette l'incertezza e la variabilità nei mercati finanziari. Un asset con una bassa volatilità è caratterizzato da variazioni di prezzo più limitate nel tempo, mentre un asset con alta volatilità mostra variazioni più significative nei prezzi. La volatilità può essere il risultato di vari fattori, tra cui eventi economici, notizie di mercato, annunci aziendali e altri driver che influenzano le aspettative degli investitori.

Misure di volatilità

La volatilità negli investimenti è spesso calcolata utilizzando la deviazione standard, che misura la dispersione dei rendimenti di un investimento rispetto alla sua media. Una deviazione standard più elevata indica una maggiore volatilità, mentre una deviazione standard più bassa indica una minore volatilità.

Ecco come calcolare la volatilità utilizzando la deviazione standard:

  1. Raccolta dei dati: Prima di calcolare la volatilità, è necessario raccogliere una serie storica di dati sui prezzi dell'investimento in questione. Questi dati possono coprire un periodo di tempo variabile, ad esempio giornaliero, settimanale o mensile, a seconda delle preferenze.
  2. Calcolo dei rendimenti: Calcolare i rendimenti giornalieri o periodici dell'investimento. Per fare ciò, si sottrae il prezzo di chiusura del giorno successivo (o periodo successivo) da quello del giorno corrente, quindi si divide il risultato per il prezzo di chiusura del giorno corrente e si moltiplica per 100 per ottenere una percentuale di variazione. I rendimenti giornalieri o periodici dovrebbero essere calcolati per tutto il periodo storico selezionato.
  3. Calcolo della media dei rendimenti: Calcolare la media dei rendimenti giornalieri o periodici. Questo si fa sommando tutti i rendimenti e dividendo il totale per il numero di periodi considerati.
  4. Calcolo delle differenze rispetto alla media: Per ciascun rendimento, sottrarre la media dei rendimenti calcolata nel passo precedente.
  5. Elevare le differenze al quadrato: Per eliminare i segni negativi e dare maggiore peso alle differenze più grandi, elevare al quadrato ciascuna delle differenze calcolate nel passo precedente.
  6. Calcolo della media delle differenze quadrate: Calcolare la media delle differenze quadrate calcolate nel passo precedente.
  7. Calcolo della radice quadrata: Estrarre la radice quadrata della media delle differenze quadrate per ottenere la deviazione standard, che rappresenta la volatilità dell'investimento.

La formula per il calcolo della deviazione standard è la seguente:

Deviazione standard = radice quadrata della media delle differenze quadrate

La volatilità calcolata in questo modo fornisce una misura della variabilità storica dei rendimenti dell'investimento. Tuttavia, è importante notare che la volatilità passata non è necessariamente indicativa della volatilità futura. Una volta ottenuta la volatilità di un asset bisogna paragonarla ad un'altro investimento per capire se è più o meno stabile. Per far ciò spesso si utilizza il concetto di Beta.

Il "beta" è una misura che viene utilizzata negli investimenti per valutare la sensibilità di un asset, come una singola azione o un portafoglio di azioni, alle variazioni del mercato. In altre parole, il beta misura quanto un investimento si muove rispetto a un indice di mercato di riferimento, di solito l'indice di mercato azionario.

Come funziona il beta:

  • Beta uguale a 1: Un'azione o un investimento con un beta di 1 è considerato avere una sensibilità media al mercato. Ciò significa che, in media, si muove in linea con le fluttuazioni del mercato. Ad esempio, se l'indice di mercato aumenta dell'1%, ci si aspetta che un investimento con un beta di 1 aumenti dell'1%, e viceversa.
  • Beta superiore a 1: Un investimento con un beta superiore a 1 è considerato più volatile rispetto al mercato. Ad esempio, un investimento con un beta di 1,5 dovrebbe, in media, aumentare del 1,5% quando l'indice di mercato aumenta dell'1%, e diminuire del 1,5% quando l'indice di mercato diminuisce dell'1%.
  • Beta inferiore a 1: Un investimento con un beta inferiore a 1 è considerato meno volatile rispetto al mercato. Ad esempio, un investimento con un beta di 0,8 dovrebbe avere fluttuazioni più piccole rispetto all'indice di mercato.
  • Beta negativo: In alcuni casi, un investimento può avere un beta negativo, il che significa che si muove in direzione opposta rispetto al mercato. Ad esempio, se l'indice di mercato aumenta dell'1%, un investimento con un beta negativo potrebbe diminuire dell'1%.

Il beta è una misura utile per gli investitori poiché fornisce informazioni sulla relazione tra un investimento e il mercato. Gli investitori possono utilizzare il beta per valutare quanto un determinato investimento sia esposto alle fluttuazioni di mercato. Ad esempio, se un investitore desidera ridurre il rischio complessivo del suo portafoglio, può scegliere di includere asset con beta inferiore a 1 per ridurre l'esposizione alle fluttuazioni di mercato.

Esempi Pratici di alta volatilità

Gli asset con volatilità alta sono generalmente considerati meno stabili e più soggetti a variazioni significative nei prezzi nel breve termine. Ecco alcuni esempi di asset con volatilità alta:

  • Aziende Tecnologiche: Le azioni di aziende tecnologiche sono spesso soggette a una volatilità significativa. Ad esempio, una startup nel settore tecnologico potrebbe avere un prezzo delle azioni che fluttua ampiamente a causa delle aspettative e delle incertezze legate al suo successo futuro.
  • Criptovalute: Le criptovalute come Bitcoin sono notoriamente volatili. I loro prezzi possono subire variazioni significative nel breve periodo, spesso reagendo a notizie di mercato, sviluppi tecnologici o regolamentari.
  • Mercato Azionario Globale: Durante periodi di crisi finanziaria o instabilità economica globale, l'intero mercato azionario può sperimentare un aumento della volatilità. Ad esempio, la crisi finanziaria del 2008 ha generato un'alta volatilità sui mercati finanziari globali.

Esempi Pratici di bassa volatilità

Gli asset con volatilità bassa sono generalmente considerati più stabili e meno soggetti a variazioni significative nei prezzi nel breve termine. Ecco alcuni esempi di asset con volatilità bassa:

  • Obbligazioni GovernativeLe obbligazioni emesse dai governi, tendono ad avere una volatilità inferiore rispetto ad altri strumenti finanziari come le azioni. Gli investitori spesso cercano le obbligazioni governative come rifugio sicuro durante periodi di incertezza, poiché offrono rendimenti stabili e sono generalmente considerate meno rischiose rispetto ad azioni o strumenti più speculativi.
  • Azioni ed ETF legati a settori stabiliAlcune azioni ed ETF che seguono indici di settori considerati stabili, come ad esempio il settore delle utilities, delle banche o dei beni di consumo di base, possono avere una volatilità inferiore rispetto al mercato nel suo complesso. Settori come quelli menzionati sono spesso meno sensibili alle fluttuazioni economiche e possono offrire una maggiore stabilità a lungo termine
Precisiamo che queste sono considerazioni di carattere generale. Andando ad analizzare singole aziende o momenti storici particolari, potremmo assistere a delle eccezioni.

La volatilità e gli investitori

Gli umani sono avversi al rischio, degli studi mostrano che incassare una perdita produce una sofferenza emotiva doppia rispetto alla vincita. Questo si riflette anche nelle abitudini di investimento.

La volatilità negli investimenti può avere notevoli implicazioni psicologiche sugli investitori, influenzando il modo in cui prendono decisioni finanziarie e gestiscono il rischio

Periodi di alta volatilità possono generare ansia e stress in molti investitori. Le brusche variazioni nei prezzi possono suscitare preoccupazioni sulle perdite potenziali e portare a decisioni impulsiva, come la vendita di asset in modo precipitoso. Questo è molto dannoso in quanto la perdita si realizza soltanto quando si vende un asset ad un prezzo inferiore a quello di acquisto. Le decisioni irrazionali, come vendite immotivate, danneggiano il rendimento a lungo termine del portafoglio.

Suggerimenti

  • Mantenere la calma: È essenziale mantenere la calma durante periodi di volatilità. Prenditi il tempo per valutare la situazione in modo razionale invece di agire impulsivamente.
  • Pianificare in anticipo:   Una pianificazione finanziaria solida e l'adozione di una strategia di investimento a lungo termine possono aiutare a ridurre l'ansia associata alla volatilità. Avere obiettivi chiari e un piano ben definito può fornire una guida durante periodi difficili
  • Diversificare il portafoglio: La diversificazione del portafoglio può contribuire a mitigare gli effetti della volatilità. Possedere una gamma di asset con correlazioni diverse può aiutare a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
  • Riflettere prima di agire: Prima di prendere decisioni importanti, rifletti sulle tue scelte e considera il contesto a lungo termine. Evita di lasciarti influenzare dalle emozioni del momento.
  • Educarsi costantemente: L'educazione finanziaria è uno strumento potente per gestire la psicologia degli investimenti. Comprendere i principi di base degli investimenti può aumentare la fiducia e ridurre l'incertezza.

Ricorda che la volatilità è una caratteristica intrinseca dei mercati finanziari, e la gestione delle emozioni è fondamentale per mantenere una strategia di investimento coerente e centrata sugli obiettivi a lungo termine.

La volatilità e il rendimento

È interessante notare che, mentre la volatilità può essere fonte di ansia per gli investitori, nel lungo termine gli asset più volatili possono offrire rendimenti più elevati. Ciò è particolarmente vero se gli investitori sono disposti a tollerare e sfruttare la volatilità per accumulare posizioni a prezzi convenienti.

La maggior parte degli investitori considera la volatilità un benchmark del rischio di un investimento, tuttavia definire volatilità = rischio è una grave imprecisione.

Così fosse, il cash sarebbe privo di rischio in quanto il suo valore nominale non cambia mai, è privo di volatilità. Tuttavia un investitore sa bene che il cash è un investimento a perdere, in quanto in termini reali si svaluta inesorabilmente. Se un investimento ti garantisce una perdita è rischioso? Per logica è l'investimento più rischioso che si possa fare, le possibilità che a lungo termine una valuta guadagni potere d'acquisto sono quantomai remote. Tutte le valute sono soggette ad inflazione e svalutazione.

Un'approccio alternativo al rischio potrebbe quindi essere "quanto è alta la probabilità di perdere potere d'acquisto alla scadenza del mio orizzonte temporale?", da questo punto di vista un'etf obbligazionario a durata breve è rischioso, in quanto potrebbe più facilmente non tenere il passo con l'inflazione e renderci più poveri a fine investimento. Al contrario, sul lungo termine le azioni hanno la massima probabilità di generare ritorni significativamente superiori all'inflazione.

Questi sono i rendimenti annui di un classico indice "azionario globale", dal 1978 ad oggi:

E' immediato notare che ci sono stati sia anni negativi che positivi, tuttavia è chiaro che nel lungo termine l'indice è cresciuto.

Dal 78 ad oggi:

    • 2 anni hanno avuto un rendimento tra il -40 e -30%
    • 1 anno ha avuto un rendimento tra il -30 e -20%
    • 2 anni hanno avuto un rendimento tra il -20 e -10%
    • 7 anni hanno avuto un rendimento tra il -10% e lo 0

    mentre...

    • 5 anni hanno avuto un rendimento tra lo 0 ed il 10%
    • 13 anni hanno avuto un rendimento tra il 10 ed il 20%
    • 8 anni hanno avuto un rendimento tra il 20 ed il 30%
    • 4 anni hanno avuto un rendimento tra il 30 ed il 40%
    • 2 anni hanno avuto un rendimento tra il 40 ed il 50%

Questo per dimostrare che sul lungo termine il mercato azionario complessivo si è sempre dimostrato profittevole.

È cruciale capire che la volatilità non è necessariamente sinonimo di rischio. Il rischio, in senso finanziario, è la probabilità di perdita permanente di capitale. La volatilità, d'altra parte, riflette le fluttuazioni temporanee nei prezzi. Gli investitori a lungo termine possono sfruttare queste fluttuazioni per accumulare posizioni a prezzi convenienti.

E' vero che le azioni nel breve termine sono volatili e quindi rischiose, tuttavia sul lungo termine (10anni in su) la probabilità di perdite con un investimento azionario globale sono basse. L'azionario è stato storicamente il miglior asset anti inflazione, per via della sua capacità di generare ritorni sensibilmente superiori alla velocità di svalutazione del denaro.

In questo caso entrano in gioco le variabili del rendimento atteso e dell'orizzonte temporale. Se l'orizzonte temporale è breve (es. 3 anni) il ritorno atteso delle azioni è piuttosto imprevedibile e questo le rende rischiose, mentre è storicamente dimostrato che le probabilità di perderci detenendo azioni per periodi lunghi (es. 20 anni) scendono progressivamente fino a sotto il 5%, superando le obbligazioni. L'orizzonte temporale dovrebbe essere quindi la discriminante per definire la propria misura del rischio.

Ulteriori ragioni ragioni per cui la volatilità potrebbe non rappresentare in modo esaustivo il rischio:

  • Non considera la direzione del movimento dei prezziLa volatilità misura semplicemente la varianza dei prezzi, senza distinguere se le variazioni sono al rialzo o al ribasso. Due asset con la stessa volatilità possono comportarsi in modi radicalmente diversi. Ad esempio, un'azione che mostra una volatilità elevata potrebbe anche generare rendimenti significativi.
  • Non considera il contesto di mercatoLa volatilità potrebbe non riflettere il contesto di mercato o gli eventi che la causano. Eventi straordinari, come crisi finanziarie o annunci aziendali, possono influenzare la volatilità, ma essa potrebbe essere temporanea e non riflettere il vero rischio a lungo termine associato a un asset.
  • Non misura il rischio di perdita permanenteLa volatilità non tiene conto del rischio di perdita permanente di capitale. Un asset potrebbe mostrare una volatilità moderata ma avere un elevato rischio di perdite significative se soggetto a problemi finanziari sottostanti, come ad esempio un'azienda con una situazione finanziaria precaria.
  • Non riflette il rischio del mercato in generaleLa volatilità di un singolo asset potrebbe non riflettere il rischio sistemico, cioè il rischio associato all'intero mercato finanziario. Eventi macroeconomici, cambiamenti nelle politiche governative o crisi globali possono influenzare tutti gli asset contemporaneamente, indipendentemente dalla loro volatilità individuale.
  • Rischio specifico all'investitoreLa volatilità non tiene conto delle esigenze e dell'orizzonte temporale specifici di un investitore. Ciò che può sembrare volatile per un investitore a breve termine potrebbe essere considerato meno rischioso da un investitore a lungo termine con una prospettiva diversificata.