In questo articolo

  • Cos'è il direct indexing
  • Copiare un indice
  • Inventare un indice
  • Il direct indexing frazionato

Direct Indexing: investire in azioni replicando indici o indici personalizzati

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Financedrip
13 Febbraio 2024
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Direct indexing

Comporre un indice con singoli titoli

Cos'è il direct indexing

Il direct indexing, tradotto letteralmente in italiano come "indicizzazione diretta", è una strategia di investimento che consente agli investitori di possedere direttamente azioni individuali anziché investire in fondi comuni o ETF (Exchange-Traded Fund) che rappresentano un'intera porzione di mercato. Con il direct indexing, gli investitori possono sia copiare un indice che selezionare specifiche azioni per costruire un portafoglio su misura, in base alle proprie preferenze e obiettivi di investimento.

Siccome implica l'acquisto di decine di titoli, è una strategia ad oggi appannaggio degli investitori più facoltosi, ma che grazie alla tecnologia potrebbe presto diventare realtà anche per i piccoli risparmiatori.

Tuttavia, è importante notare che il direct indexing può essere più costoso e complesso rispetto all'investimento in fondi comuni o ETF. Gli investitori devono essere disposti a dedicare tempo e risorse alla ricerca e alla gestione delle azioni individuali nel loro portafoglio. Inoltre, possono essere soggetti a commissioni di negoziazione più elevate e a costi di gestione più alti rispetto agli investimenti passivi in fondi indicizzati.

Copiare un indice

Un investitore facoltoso, con un portafoglio composto prevalentemente da ETF, potrebbe dedicare una piccola percentuale del portafoglio ad un paniere di titoli in sostituzione di uno dei fondi indicizzati. Ad esempio potrebbe affiancare ad un portafoglio di ETF, le cinquanta aziende che fanno parte dello Stoxx 50. In questo caso i singoli titoli avrebbero nel portafoglio lo stesso impatto che avrebbe l'acquisto di un ETF sullo Stoxx 50. In questo caso è come se l'investitore avesse sostituito uno dei suoi ETF con un paniere di azioni.

Perchè copiare un indice?

Prevalentemente per efficienza fiscale. Siccome gli ETF sono inefficienti, un paniere di azioni può contribuire a compensare eventuali minusvalenze. Inoltre le 50 azioni sono esenti da TER di gestione, poco rilevante per i patrimoni piccoli ma in grado di far risparmiare qualche decina di euro all'anno agli investitori più grandi.

Gli investitori possono facilmente compensare minusvalenze, vendendo e ricomprando immediatamente azioni in profitto, alzando di conseguenza il prezzo medio di carico e riducendo la tassazione futura. Allo stesso modo è possibile generare minusvalenze da compensare, vendendo e ricomprando immediatamente un titolo che è sceso di prezzo. In questo modo per il solo costo di transazione (*2) si ottengono minusvalenze che possono ridurre l'imposizione fiscale futura.

Nell'esempio, l'impatto sul portafoglio sarebbe lo stesso dell'Eurostoxx quindi non viene fatta selezione per battere l'indice di riferimento.

Volendo semplificare l'investitore potrebbe acquistare le posizioni in modalità "equal weight", dando ad ognuna lo stesso peso. La dimensione di un azienda non è indicativa delle performance che avrà in futuro ed inoltre semplifica la gestione. Questo può aiutare anche distribuire meglio il rischio specifico e quindi la diversificazione, rispetto che investendo nell'indice tramite ETF.

Inventare un indice

Investitori esperti, dotati di tempo, pazienza ed adeguate competenze tecniche, possono ambire alla creazione di indici personalizzati.

Questi possono essere, ad esempio:

  • Indici fattoriali: o che combinano più fattori di investimento, ad esempio aziende a bassa volatilità ed alto dividendo. Oppure fattori qualitativi sulla base dei bilanci.
  • Indici settoriali e tematici: alcuni settori o temi sono poco o per nulla coperti dagli ETF, ad esempio il settore della difesa, del lusso, alcolici e tabacchi.
  • Indici studiati per efficienza fiscale: ad esempio combinando azionario UK, Italia e Singapore. 
  • Gestione dei rischi: Gli investitori possono ridurre l'esposizione a determinati rischi concentrando il loro investimento solo in azioni di settori o società che ritengono più promettenti, o utilizzando strategie di gestione dei rischi più avanzate come l'hedging.

Investitori con elevati capitali potrebbero demandare a dei consulenti finanziari indipendenti ed esperti la creazione di un indice personalizzato al fine di andare incontro a precise strategie di investimento. 

E' indubbio che la creazione di indici abbia elevate potenzialità circa la personalizzazione e la flessibilità dell'investimento.

Il direct indexing frazionato

Molte piattaforme consentono agli investitori di acquistare frazioni di titoli, questo può consentire anche ad investitori meno facoltosi di ottenere i benefici del direct indexing senza avere centinaia di migliaia di euro da dedicarvi. Piattafome come Scalable Capital, Trade Republic e Interactive Brokers, consentono anche di automatizzare gli acquisti periodici.

Le azioni frazionate hanno principalmente due contro:

  1. Le "parti di azione" non sono di tua proprietà ma sono di proprietà del broker, che possiede la quota intera. Il broker ti considera proprietario di una porzione della sua azione, consentendoti di compravenderla e dandoti parte del dividendo. Il rischio in questo caso è quello di controparte, se il Broker fallisce potresti non rivedere più quella parte di azione (di fatto sei proprietario di un derivato). Senti il tuo broker di riferimento per capire se i tuoi acquisti ricorrenti in frazionate vengono convertiti in azioni "intere" una volta raggiunta l'unità.
  2. Le "parti di azione" non possono essere trasferite da un broker all'altro, in quanto non le possiedi tu, non si possono inviare pezzi di azione a terzi. Se vuoi cambiare broker devi necessariamente venderle.
E' possibile che in futuro alcuni broker più tecnologici ti consentiranno di creare dei tuoi indici, da acquistare tramite il sistema delle frazionate, ed automatizzabili secondo dei criteri da te scelti.